Se chiedessimo a voi lettori: cosa vi rende felici? Siamo certe che la maggior parte delle vostre risposte comprenderebbero “l’amicizia”, “l’amore” e più in generale le relazioni positive con gli altri. Il sentimento di solitudine, infatti, fa sì che le persone si percepiscano come alienate, prive di sostegno e di risorse. Soffermandoci sull’amore, qui di seguito vi mostreremo quali sono gli antecedenti dell’attrazione, cosa ci induce ad essere attratti da una persona piuttosto che da un’altra; come ci scegliamo, come restiamo insieme e come ci perdiamo.
Innanzitutto uno degli aspetti più immediati è il cosiddetto “effetto prossimità”; le persone che vediamo e con le quali interagiamo più spesso, in assenza di caratteristiche percepite come negative, hanno maggiore probabilità di divenire nostri amici o compagni di vita. Questo effetto si verifica grazie alla semplice esposizione, più vediamo una persona, maggiore è l’interazione che intratteniamo con essa, maggiore sarà l’intimità e, dunque, maggiore la probabilità di stringere una relazione significativa. L’effetto prossimità può compiersi anche a chilometri di distanza, ovviamente grazie ai mezzi che consentono un’interazione telematica. I social, gli smartphone, il computer, infatti, definiscono la distanza funzionale e consentono un annullamento dell’inibizione, spesso determinata dal guardarsi negli occhi, permettendo di stabilire rapidamente intimità, talvolta creando l’illusione della compatibilità, circostanza però che può verificarsi esclusivamente in presenza del linguaggio non verbale.
La condivisione di uno spazio crea il presupposto perché una relazione possa avere inizio, aumenta la familiarità che incrementa il gradimento, ma perché si compia un rapporto significativo è necessario che viga un particolare ingrediente: la somiglianza. La saggezza popolare ci insegna che ad attrarsi siano gli opposti, ma la scienza ci dimostra, invece, che ad unire le persone sia la similarità, di opinioni, atteggiamenti, stili interpersonali di comunicazione, interessi ed esperienze. Scegliamo le persone con le nostre stesse caratteristiche e credenze perché ci fanno sentire di avere ragione!
Recenti studi hanno messo in luce che l’effetto somiglianza sia mediamente ricercato anche nell’aspetto fisico, tendenzialmente si prediligono partner che posseggono caratteristiche fisiche simili alle nostre, questo perché ciò che è familiare è sicuro, rispetto a ciò che non lo è, percepito invece come ignoto e misterioso.
Le relazioni interpersonali sono state spiegate in psicologia sociale attraverso diversi contributi teorici. La teoria dello scambio sociale, secondo cui il modo in cui le persone percepiscono la propria relazione dipende dalla valutazione che fanno in termini di costi-benefici, dal tipo di relazione che percepiscono di meritare e dalla possibilità che credono di avere di poter trovare una relazione più soddisfacente. I benefici sono gli aspetti positivi della relazione che rinforzano il suo protrarsi nel tempo (es. comportamenti e caratteristiche personali gradevoli), i costi sono gli aspetti negativi (es. convivere con le abitudini), il guadagno è ciò che risulta dal confronto costi/benefici, aspetto destinato ad un livello di comparazione, sia con il guadagno derivato da relazioni precedenti, che con il guadagno prospettato da possibili altre relazioni future.
Una delle teorie più accreditate in grado di spiegare gli equilibri in una coppia è la teoria triangolare dell’amore (Sternberg, 1997). Secondo la quale, l’amore è composto da tre ingredienti basilari, che si intersecano di coppia in coppia in maniera differente, dando vita così a diverse tipologie di relazioni. Gli ingredienti in questione sono: l’intimità, sentimento di legame e vicinanza con il partner; la passione, ossia l’eccitazione nutrita nei confronti del partner, intesa anche come attrazione sessuale; l’impegno, che abbraccia due scelte, una è quella presente di amare il proprio partner, l’altra è quella proiettata nel futuro di continuare ad amarlo nel tempo. Sternberg ha sviluppato una scala di misurazione di questi tre aspetti e riconosciuto così 7 tipologie di relazione:
- Amore romantico: composto da intimità + passione
- Compassione: composta da intimità + impegno
- Amore fatuo: composto da passione + impegno
- Amore vuoto: composto da solo impegno
- Infatuazione: composta da sola passione
- Gradimento: composto da sola intimità
- Amore perfetto: composto in egual misura da intimità + passione + impegno
Ancora, in psicologia, si sostiene che il comportamento relazionale adulto di ciascuno di noi e la conseguente scelta del partner derivino da esperienze passate in ambito familiare, dalle relazioni genitore-figlio. Questo approccio si concentra sugli stili di attaccamento (Ainsworth,1978), ossia il tipo di legame che il bambino e la bambina creano con chi si è preso cura di loro nel primo periodo di vita, secondo questa teoria tali stili influenzeranno le relazioni adulte. Gli stili di attaccamento maggiormente riconosciuti sono tre:
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- Attaccamento sicuro: il neonato che ha un genitore che risponde in maniera pronta ai suoi bisogni ed interagisce con lui positivamente. Questi bambini hanno fiducia nella figura genitoriale non temono di essere abbandonati e si sentono sicuri, valorizzati ed accettati. Gli adulti sicuri saranno in grado di intraprendere relazioni sicure e durature, allacceranno relazioni intime con maggiore facilità, saranno molto fiduciosi e soddisfatti delle loro relazioni.
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- Attaccamento evitante: solitamente sperimentano la relazione con una figura di accudimento distaccata e fredda, pur desiderando un’intimità con quest’ultima tenderanno a sopprimere tale bisogno per evitare di sperimentare il rifiuto. Gli adulti evitanti avranno meno fiducia nel prossimo e stringeranno relazioni intime con maggiore difficoltà, saranno più diffidenti e i legami amorosi saranno prevalentemente di breve durata.
- Attaccamento ansioso/ambivalente: si tratta principalmente di bambini che stringono legami con genitori affettivamente incoerenti ed eccessivi, non sanno se e quando questi ultimi risponderanno ai loro bisogni e per questo sperimentano un’ansia invalidante. Gli adulti ansiosi ambivalenti tenderanno ad intraprendere relazioni poco soddisfacenti e saranno ossessivamente preoccupati che il partner possa rifiutare il loro affetto.
La fine di un amore è un evento estremamente doloroso che attraversa in maniera impervia 4 selve oscure, quattro penosi passaggi:
- Fase interpersonale: compare quando il partner insoddisfatto della relazione ragionerà sui costi e i benefici derivanti dal mantenerla in vita, e prefigurerà le conseguenze della rottura valutando poi se reprimere o esprimere la propria insofferenza.
- Fase diadica: se il partner decide di esprimere la propria insoddisfazione, la comunicherà all’altro e sceglierà se provare a salvare la relazione e riconciliarsi o rompere il legame.
- Fase sociale: se sceglierà la rottura comunicherà la decisione ad amici e familiari, giustificando la propria decisione in modo da raccogliere consensi e ridurre il senso di colpa.
- Fase interpersonale: avvenuta la rottura l’ex partner si adopera per elaborare questo lutto, analizzerà retrospettivamente la relazione per valutare cosa non abbia funzionato, farà circolare nella propria rete le proprie versioni rispetto la fine della storia.
Ma qual è la caratteristica principe dell’amore ai tempi del McDonald? Zygmunt Bauman parla di amore liquido, con esso intende il desiderio duale dell’individuo contemporaneo, che si compie, da un lato nella sicurezza dell’aggregazione, un porto al quale poter tornare in ogni momento; dall’altro nella libertà delle intenzioni, che comprende il timore delle relazioni stabili, definitive, che potrebbero minare questo senso di libertà. Bauman crede che attualmente le persone riescano a soddisfare questo duplice desiderio sostituendo le relazioni con le connessioni. Legami fugaci che come acqua corrente scivolano tra le mani, che rispondono al nostro bisogno di sicurezza senza vincoli e attraversano mille volti, cedendo l’unicità delle relazioni profonde. Le donne e gli uomini del nostro tempo sono dei consumatori anche nelle relazioni e, in quanto tali, inseguono la novità per tutta la vita. Un amore stabile, l’invecchiare insieme, sono pensieri che provocano noia e che escludono il nuovo ed è per questo che tendiamo ad allontanarli cedendo il posto alla cultura lacaniana dello slegame.
E voi care lettrici e cari lettori cosa ne pensate? In che tipologia di amore vi riconoscete?