Il bullismo non è una questione privata tra il bullo e la vittima, bensì si tratta di un fenomeno che coinvolge l’intero gruppo di pari e chiama in causa la comunità!
Con bullismo s’intende una serie di azioni aggressive e/o vessatorie messe in atto in maniera intenzionale con il fine di prevaricare e umiliare la persona designata come vittima. E’ un fenomeno che si compie nel gruppo di pari; queste azioni si protraggono nel tempo e sono specchio di un’asimmetria di potere fisico o psicologico, socialmente percepito. Dunque le caratteristiche che definiscono il fenomeno del bullismo sono essenzialmente tre:
- L’intenzionalità nell’infliggere la sofferenza
- La ripetitività delle azioni aggressive nel tempo, rivolte sempre nei confronti della stessa persona
- L’asimmetria di potere percepito, la comunità riconosce una disparità di forza fisica o di doti psicologiche o di ruoli sociali ricoperti
Essendo il gruppo di pari il luogo prediletto per il manifestarsi del fenomeno, è più comune osservarlo in ambito scolastico, in ambito sportivo, nei luoghi di condivisione del tempo libero, oppure nei luoghi virtuali, dove prende il nome di cyberbullismo ed i bulli sono denominati haters.
Si tratta essenzialmente dello stesso fenomeno, ma alcuni aspetti intrinsechi degli ambienti virtuali rendono il compimento di tali atti coercitivi potenzialmente più dannosi:
- La viralità, l’offesa, la denigrazione e gli attacchi d’odio sui social non sono messi in atto da un gruppo circoscritto di attori, ma possono essere integrati e condivisi da una comunità potenzialmente infinita che ha libero accesso agli attacchi e può scegliere di farne libero uso, condividendo, integrando o semplicemente ignorando tali contenuti. Molti studi hanno dimostrato che maggiore è il numero di persone che assisterà ad un evento ambiguo o pericoloso, maggiore sarà la possibilità che i nuovi membri si adeguino alla reazione della massa o assegnino l’onere dell’intervento agli altri, deresponsabilizzandosi. Questi due fenomeni che rispettivamente prendono il nome di ignoranza pluralistica e inerzia di gruppo, rinforzano il comportamento violento aumentando l’isolamento della vittima
- L’anonimato, la possibilità di agire sotto mentite spoglie, in maniera congiunta ad un gruppo molto ampio, consente di aumentare l’intensità e la frequenza degli atti aggressivi rendendoli molto più pericolosi e potenzialmente letali. Questo fenomeno prende il nome di deindividuazione e spiega come in un gruppo numeroso ci si senta irriconoscibili. Questo anonimato consente l’abbandono della morale personale aumentando il compimento di azioni aggressive e devianti che, in solitudine, non avremmo mai compiuto. Ciò avviene perché ci si sente camuffati, introvabili ed invincibili, quindi al sicuro da eventuali punizioni
- L’assenza di temporalità, l’atto di cyberbullismo non è circoscritto nel tempo, non possiede margini e confini temporali ben definiti, un inizio ed una fine, è potenzialmente infinito, il contenuto offensivo potrebbe vagare nell’etere senza sosta; ciò comporta l’esposizione continua ed interminabile ad un evento traumatico da parte della vittima, con effetti devastanti sulla sua salute psichica
Conosciamo meglio i ruoli che i vari membri del gruppo assumono nel bullismo:
- Il bullo, è colui che mette direttamente in atto le azioni aggressive o vessatorie, che possono essere dirette (violenze fisicamente o verbalmente osservabili volte all’umiliazione ed alla prevaricazione) o indirette (compiute in modo nascosto e celato tramite la calunnia o la denigrazione, finalizzate all’isolamento). Il bullo è tendenzialmente un individuo poco abile nell’interazione funzionale, incapace di empatizzare e riconoscere emozioni sperimentate in prima persona e dall’altro, alla ricerca continua di approvazione e con un immenso bisogno di affiliazione, esito di una scarsa autostima. Il bullo non agirebbe se non avesse dei sostenitori
- I sostenitori del bullo, sono coloro che non prendono parte in maniera diretta alle azioni violente ma incoraggiano il bullo e lo sostengono, mostrando ammirazione per il suo operato, si tratta di persone con alti livelli d’ansia, che preferiscono “schierarsi con il più forte” per sopravvivere socialmente
- La vittima, è una persona che subisce in maniera ripetuta le vessazioni del bullo senza reagire, per paura di possibili ripercussioni, questa condizione la porta ad isolarsi, a sviluppare disturbi dell’umore anche molto gravi come la depressione
- I sostenitori della vittima, sono persone che biasimano le azioni del bullo, sostengono moralmente la vittima e intervengono in sua difesa, non sono sempre presenti
- I neutrali, sono coloro che sanno ma ignorano il fenomeno, questa omertosa passività rinforza l’azione del bullo che continua ad agire impunemente
Esistono dei programmi di prevenzione molto efficaci che mirano alla sperimentazione emotiva tramite role playing, educano all’empatia nel gruppo classe e rendono i ragazzi consapevoli, capaci di riconoscere il fenomeno ed istruiti sulle azioni da mettere in atto in tal caso, si tratta di programmi implementati sapientemente da psicologi.