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Violenza ostetrica: preservarsi dai soprusi in sala parto

Che cos’è la violenza ostetrica?

“Appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario, che si esprime in un trattamento disumano, nell’abuso di medicalizzazione e nella patologizzazione dei processi naturali avendo come conseguenza la perdita di autonomia e della capacità di decidere liberamente del proprio corpo e della propria sessualità, impattando negativamente sulla qualità della vita della donna” Ley Orgánica sobre el Derecho de las Mujeres a una Vida Libre de Violencia” del Venezuela, nel 2007, Articolo 15(13)

Parafrasando, con violenza ostetrica si intendono tutte quelle pratiche illecite messe in atto dal personale sanitario, durante il parto, interruzioni di gravidanza o interventi ginecologici. Tale fenomeno si verifica quando gli operatori sanitari si appropriano indebitamente della libertà di scelta della donna, prendendo per lei decisioni mediche circa il proprio corpo e i propri processi riproduttivi; si tratta di un vero e proprio abuso che ha gravi conseguenze sul benessere della donna che ne è vittima!

Secondo l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) esempi specifici di tale violenza di genere messi in atto durante il parto nelle strutture ospedaliere sono:

    • Comportamenti abusanti fisici
    • Comportamenti abusanti verbali
    • Umiliazioni
    • Pratiche mediche messe in atto senza il consenso della donna
    • Pratiche mediche rischiose, come parto cesareo o episiotomia, messe in atto anche se non necessarie
    • Assenza di riservatezza e violazione della privacy
    • Mancanza di assistenza durante il parto con gravi conseguenze
    • Atteggiamenti discriminatori e abusanti nei confronti di donne single, adolescenti, donne migranti, donne con disabilità,  donne affette da HIV, donne appartenenti a minoranze etniche o condizioni economiche poco abbienti

La violenza ostetrica non è agita esclusivamente da ostetriche, come la dicitura suggerirebbe, ma comprende quelle pratiche violente ed abusanti compiute da tutto il personale medico che presta servizio alla donna durante il parto ed al neonato (infermiere/i, ginecologhe/ginecologi, ostetriche, ecc.)

Esiste una legge?

In Italia esiste una proposta di legge portata in parlamento dal deputato Zaccagnini http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0039650.pdf  che si propone di tutelare le donne da qualsiasi forma di abuso da parte del personale medico durante il parto. E’ comunque possibile ricorrere alle vie legali se si è state vittime di tale violenza, la quale rientra a pieno titolo in diversi articoli del codice penale.

Quante sono le vittime?

L’indagine DOXA ha messo in luce un sommerso italiano allarmante, un milione di donne sono state vittima di abusi verbali o fisici da parte del personale ospedaliero durante il parto. Una delle forme più gravi attraverso la quale si esercita la violenza ospedaliera è la pratica della episiotomia, un vero e proprio intervento chirurgico che consiste nel ledere la vagina ed il perineo al fine di facilitare l’espulsione del nascituro. L’OMS ha dichiarato questa pratica dannosissima se non in rarissimi casi (in Italia il 15% delle donne che l’hanno subita sono state sottoposte ad una menomazione degli organi genitali). Ciononostante si continua a metterla in pratica (1 partoriente su 2 ha subito tale intervento), spesso senza raccogliere il consenso da parte della donna (3 donne su 10 non hanno ricevuto preavviso prima dell’intervento), al fine di ridurre i tempi e facilitare il parto. Inoltre si stima che il 43% dei parti cesarei non sia strettamente necessario, altra modalità attraverso cui si compie questo genere di violenza sulle donne.

Quali sono le conseguenze psicologiche?

Le donne vittime sperimentano gravi ripercussioni psicologiche in seguito a tali eventi traumatici:

    • Incremento della probabilità di soffrire di depressione post-partum
    • Problematiche nell’interazione madre-bambino, si riduce l’empatia e la comprensione dei bisogni del neonato
    • Abbassamento dell’autostima, dovuto ad un forte senso di colpa derivante dall’aver subito senza reagire
    • Disturbi d’ansia legati all’essere madre
    • Carenza o blocco del desiderio sessuale
    • Vaginismo o dolori fisici esito di una somatizzazione del trauma
    • Disturbo post traumatico da stress

E’ possibile trarre immenso beneficio da un percorso psicologico di sostegno per elaborare e superare il trauma subito, liberarsi dai danni che quest’ultimo ha provocato e non lasciare che prenda il sopravvento sulle proprie vite e privi del benessere.

La violenza ostetrica è una manifestazione della violenza di genere finalizzata a ledere la facoltà procreatrice della donna, il suo scegliere di divenire madre, cosicché possa svuotarsi della sua naturale forza. Questo è, a tutti gli effetti, un altro strumento attraverso il quale ci si appropria del femminile e dell’autonomia della donna. Per ulteriori approfondimenti, rimandiamo alla lettura di un altro nostro articolo che tratta questo tema https://www.psiconovel.it/una-formalita-una-questione-di-femminilita/

Voci di donne

Riportiamo alcune testimonianze dirette di donne che hanno subito questa invalidante forma di violenza, talvolta spacciata per normali pratiche mediche:

“Mi sono saltati sulla pancia per far uscire il bambino”

“Mi hanno fatto sentire inadeguata, una cattiva madre”

“Mi hanno tagliata senza alcun preavviso”

“Mi hanno fatto sentire un pezzo di carne e non un essere umano”

“IGV per una malformazione, 10 ore di travaglio senza epidurale perché di turno un obiettore di coscienza”

“Mi hanno fatto sentire inadeguata dicendomi Non sei in grado di farlo nascere, se muore sarà colpa tua

“Mi hanno umiliata dicendomi Di cosa ti lamenti è stata una tua scelta/Sbrigati apri le gambe

Esiste una campagna meravigliosa, nata nel 2016, grazie alla quale le donne che hanno subito violenza ostetrica rompono il silenzio, portano alla luce un importantissimo sommerso e raccontando la propria esperienza fanno sì che nessuna si senta un caso isolato, la campagna in questione è #bastatacere https://www.facebook.com/bastatacere/!

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