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L’inizio della scuola: consigli per il genitore

Una delle difficoltà più frequenti tra i genitori è l’inserimento dei figli a scuola. L’inizio della scuola è un passaggio fondamentale nella vita del bambino e sottende ad un cambiamento che spesso porta con sé non poche problematiche incidenti nella vita del bambino, quanto in quella del genitore. La scuola è un luogo in cui non solo si apprendono nozioni teoriche, ma sancisce il primo passo verso l’autonomia dell’individuo dalla propria famiglia; segna la prima ufficiale separazione del bambino dal nucleo familiare, la prima occasione in cui far fronte da solo ad una nuova realtà scandita da regole condivise, alle quali adattarsi, adeguandosi a delle nuove richieste.

Questa esperienza incide, oltre che sull’organizzazione pratica della giornata, soprattutto sulla vita relazionale ed emotiva del bambino, tanto che potrebbe comportare qualche difficoltà. Le difficoltà possono sopraggiungere, per lo più, in relazione al cambiamento di abitudini e alla distanza dal nucleo familiare. Il bambino può manifestare il proprio disagio rispetto alla nuova situazione in diversi modi: crisi di pianto al distacco dai genitori al suono della campanella; mal di pancia frequente al momento di allontanarsi da casa; conati di vomito; nei casi più problematici manifestazioni ansiose quali risvegli notturni, enuresi, encopresi, tic (di solito ammiccamenti oculari frequenti o ad un solo occhio).

Spesso, di fronte a queste manifestazioni, i genitori vanno in allarme. Sarebbe opportuno invece considerarli fenomeni transitori, che tendono a risolversi in maniera automatica nel momento in cui il bambino acquisisce sicurezza rispetto alla nuova situazione. Nel caso in cui risultino persistenti, invece, potrebbero spiegare un disagio maggiore da affrontare opportunamente con l’aiuto di un esperto. Un disagio maggiore potrebbe essere legato al fatto che spesso siano i genitori stessi a vivere ansiosamente e con preoccupazione il distacco dovuto all’ingresso a scuola, caricando il bambino di vissuti di colpa e insicurezza rispetto alla nuova situazione (per maggiori approfondimenti sulle tipologie di attaccamento clicca qui https://www.psiconovel.it/cronistoria-di-un-amore-come-nasc…/ ).

La famiglia difatti (in collaborazione con gli insegnanti) ha la possibilità di rendere meno traumatico l’ingresso a scuola mettendo in pratica delle semplici strategie:

  • Avere fiducia nelle capacità del bambino anche quando ci sembra particolarmente fragile: il nostro sostegno gli permetterà di credere automaticamente in sé stesso in misura maggiore (per un maggiore approfondimento sui meccanismi della profezia che si autoadempie clicca qui https://www.psiconovel.it/automatismi-la-mente-e-come-un-pa…/ );
  • Collaborare con gli insegnanti: spesso si entra in contrasto con essi affidando loro le responsabilità dei malesseri del bambino, convinzione spesso errata. Le insegnanti sottopongono agli alunni stimoli graduali che sono in grado di affrontare, per cui il confronto collaborativo tra insegnante e genitore permetterà di adattare, nel modo migliore, l’inserimento del piccolo nel gruppo classe;
  • Interessarsi ai racconti del bambino: invogliarlo ad esprimere sia le emozioni negative che quelle positive vissute nell’arco della giornata, facendo attenzione a non forzarlo e a non tempestarlo di domande, ma lasciandolo libero di parlare di ciò che preferisce;
  • Essere sereni al momento dell’ingresso a scuola: qualora si verifichino crisi di pianto è opportuno affrontarle con la dovuta calma, spiegando serenamente al proprio figlio che si tratta di un distacco temporaneo e che avrà la possibilità di stare con altri bambini; per cui mostrarsi sorridenti ed essere chiari circa la propria assenza indicandone al bambino il giusto lasso di tempo (evitare frasi del tipo “torno tra 10 minuti”, la bugia creerebbe confusione e perdita di fiducia da parte del bambino nelle future occasioni);
  • Evitare qualsiasi confronto con gli altri bambini: mettere a paragone il proprio figlio con i compagni di classe è inadeguato (“guarda Gabriele non piange gioca, vai a giocare anche tu”), ogni bambino ha dei ritmi propri ed è giusto che viva l’inizio della scuola in base alle proprie caratteristiche e alla propria personalità;
  • Permettere al bambino di avere dei propri riti: di frequente i bambini tendono a portare con sé piccoli oggetti da casa che gli permettano di sentirsi al sicuro nel nuovo ambiente, sarebbe utile permettergli di farlo almeno per i primi tempi a meno che non si tratti di cose sconsigliate dalle insegnanti, in quel caso trovare dei compromessi con il bambino è la via di risoluzione più facile (chiedergli di tenerlo solo lungo il tragitto e promettere di riportarglielo all’uscita).
  • Vestire i bambini con scarpe con allaccio a strappo e pantaloni con elastico, ciò permetterà di coadiuvare il processo di autonomia del bambino. L’ingresso a scuola segnerà non solo l’allontanamento della figura genitoriale ma si investirà di un salto qualitativamente migliore istituendosi come un posto in cui imparare a fare da soli.

In definitiva, la collaborazione tra genitori ed insegnanti è la soluzione ottimale per superare questa fase di cambiamento. Il bambino avverte se i genitori hanno fiducia nelle sue risorse, se lo considerano capace di affrontare eventuali difficoltà e se credono nelle capacità della scuola di sostenerlo, quindi un atteggiamento rassicurante e fiducioso dei genitori sarà fondamentale. Inoltre è importante parlare con i propri figli in un momento di calma, aiutandoli a verbalizzare le proprie emozioni e sensazioni per arrivare al nocciolo della questione. La paura della scuola fa parte di un percorso che i bambini devono compiere per prepararsi a prender parte alla vita sociale, imparando così a farsi carico di responsabilità ed impegni ma, allo stesso tempo, sperimentandosi in situazioni in cui poter ottenere vittorie conquistate autonomamente, in vista dell’indipendenza necessaria all’adattamento alla vita “dei grandi”.

Il ruolo del genitore oscillerà quindi tra il prendersi cura ma non troppo, il chiedere senza essere troppo invadenti, il sostenere senza sostituirsi, il preoccuparsi in sordina ostentando sicurezza, l’essere comprensivi senza essere accondiscendenti; insomma mettendo in pratica le capacità che fanno del genitore, come si suol dire, il mestiere si più difficile al mondo, ma probabilmente anche il più bello!

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