Psiche e Cultura, Sindromi psichiatriche, Tutti gli articoli

Le sindromi da viaggio: esperienze occidentali

Il viaggio è un’esperienza tipicamente legata a pensieri positivi. L’idea di visitare nuove città ed entrare in contatto con nuove culture non è associata al manifestarsi di un temporaneo disturbo psichico. È possibile che visitare delle particolari città porti degli scompensi psicologici nell’individuo? La risposta è sì!
Scoprire una nuova città è un’esperienza estremamente emozionante, ma talvolta le emozioni sperimentate possono essere talmente forti da provocare in noi diverse reazioni psicosomatiche quali tachicardia, vertigini, confusione, ansia, e addirittura fenomeni allucinatori. Non tutti i soggetti colpiti manifestano gli stessi sintomi; difatti, questi ultimi, non sono riferibili ad un quadro psicopatologico univoco che ne permetta la classificazione in categorie diagnostiche, sembra piuttosto che l’insorgenza degli stessi sia correlata ad una maggiore predisposizione dell’individuo a recepire gli stimoli in maniera particolarmente empatica. Ciò che accomuna questi casi clinici è l’insorgenza di scompensi psichici nel corso di un viaggio intrapreso in posti particolarmente suggestivi per il soggetto. Elencheremo di seguito le “sindromi da viaggio” maggiormente conosciute.

Sindrome di Firenze (o sindrome di Stendhal)
Si tratta di una serie di manifestazioni di disagio e sperdimento psichico che possono comprendere tachicardia, capogiri, vertigini, confusione e allucinazioni al seguito di una significativa esperienza emozionale provata in siti storici e artistici di grande rilievo. La sindrome prende il nome dallo scrittore francese Stendhal, che ne fu colpito nel 1817 durante un Gran Tour europeo e ne descrisse l’effetto nel libro Roma, Napoli, Firenze; «Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere». Tale sindrome fu indagata per la prima volta da una psichiatra fiorentina, Graziella Magherini, che riscontrò episodi acuti di sofferenza psichica improvvisa e di breve durata in diversi turisti stranieri in visita a Firenze: la comunanza stava nell’esordio di tali episodi, poco dopo l’arrivo in città durante l’osservazione delle opere artistiche, e nel particolare interesse per l’aspetto artistico del proprio itinerario di viaggio. Da una prospettiva psicoanalitica si ritiene che gli artisti riversino nelle loro opere contenuti e fantasie inconsce per loro significative; dunque una persona in condizioni di particolare apertura e predisposizione potrebbe, al cospetto di un’opera d’arte, richiamare alla mente vissuti personali, sperimentando così emozioni di intensità tale da elicitare sintomi da shock emotivo. La mancanza di ricerche scientifiche non permette di stabilire con certezza cause e quadro sintomatologico specifico a questa sindrome, che nonostante sia priva di una sua specificità è comune a molti casi riscontrati in turisti durante la visita di diverse città ed opere d’arte.

Sindrome di Parigi
È la più particolare in quanto oltre a caratterizzare la visita di una specifica città è sperimentata quasi esclusivamente da turisti giapponesi. Parigi in Giappone, ed in generale all’estero, è immaginata come una città da cartolina, la citta dell’amore, un elegante borgo colorato, amichevole, profumata, e abitata principalmente da persone eleganti e ricche. Tale rappresentazione si sgretola poco dopo l’arrivo in città alla vista della grande metropoli che invece è in realtà, con i suoi lati negativi (costosa, rumorosa e con sobborghi degradati), esattamente come tutte le altre metropoli del mondo. Oltre all’impatto della città, buona parte dello smarrimento deriva dalla diffidenza spesso mostrata dal popolo francese nei confronti di chi non conosce la lingua. Il turista giapponese vive così una disconferma della forte idealizzazione e del carico di aspettative legate al proprio viaggio, che unita alla grande differenza culturale (temperamento molto informale per i francesi in contrapposizione alla rigidità culturale giapponese) e allo sfinimento per un viaggio intercontinentale, spesso comporta numerose telefonate di turisti all’ambasciata giapponese presente sul posto in cerca di aiuto. La sindrome venne riconosciuta per la prima volta nel 1986 dal professore Hiroaki Ota, medico giapponese espatriato in Francia e si palesa con sintomi simili a quella di Firenze, tra questi allucinazioni, ansia e, a volte, stati deliranti. L’incidenza della sindrome, in relazione al numero di turisti giapponesi che visitano Parigi, è molto bassa, tra i 20 ed i 24 soggetti ogni anno, ma l’Ambasciata nipponica ha comunque deciso di costituire una help line attiva h24 per i turisti in difficoltà, in risposta a tale fenomeno. Il trattamento in questi casi, strano ma vero, è uno solo, tornare a casa.

Sindrome di New York
La visita di New York risulta essere legata alla possibile comparsa di sintomi psicologici e fisici particolari. La conformazione della città è estremamente particolare, grattacieli altissimi che si intrecciano e sovrastano il turista nelle sue passeggiate alla scoperta della Grande Mela. Queste costruzioni, unite al flusso continuo e denso di popolazione che si riversa nelle strade a tutte le ore del giorno e della notte nella città che non dorme mai, possono provocare nel viaggiatore un senso di costrizione, tachicardia, vertigini, stanchezza e altri sintomi ansiogeni. Ciò sembra particolarmente vero soprattutto per chi è abituato a vivere in ambienti dai vasti spazi aperti e dal ritmo regolare, in netto contrasto con le grandi costruzioni ed il ritmo incessante delle folle di New York. Sembrano soffrire particolarmente tale condizione gli abitanti del Nebraska, ma l’assenza di ricerche scientifiche non permette di stilare delle incidenze o dei punti cardine a cui far riferimento per questa sindrome.

Queste sono le sindromi maggiormente riscontrate nelle aree del mondo più visitate sul versante occidentale, ti è mai capitato di soffrirne? Condividilo con noi commentando questo articolo, e continua a seguirci se sei curioso di conoscere le città orientali in cui poter incorrere in sindromi simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *