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“Come nascono i bambini?”, 6 consigli per affrontare al meglio le domande scomode

I bambini sono una fonte inesauribile di domande, cercano di soddisfare le proprie curiosità attingendo a quella che ritengono la massima fonte di sapere, gli adulti. Difficile è il ruolo delle mamme e dei papà che si trovano a far fronte alle richieste incessanti dei propri figli, impelagandosi, a volte, in discorsi fantasiosi e contorti volti a superare le cosiddette “domande difficili”. È questo il caso della tanto temuta: come nascono i bambini?

Come abbiamo più volte detto, nel caso dei bambini e dell’educazione degli stessi, non esistono discorsi unicamente giusti né regole definite a cui sottostare. L’unicità individuale e lo stile genitoriale personale faranno sì che ognuno di noi trovi il proprio modo di spiegarsi e di gestire situazioni difficili ed imbarazzanti. Possiamo però individuare alcuni passi utili a districarsi in tema di nascite e sessualità.

  1. Non reprimere la curiosità.Le domande dei bambini hanno sempre una valenza importante, è il modo attraverso cui creano schemi cognitivi di riferimento per il futuro e modellano i propri comportamenti, è il modo in cui imparano a conoscere il mondo. Reprimere queste domande spontanee potrebbe creare un clima di imbarazzo in merito all’argomento, che costituirebbe un precedente alle domande ritenute sconvenienti. Ciò potrebbe comportare che il bambino si rivolga ad amichetti o altre fonti (internet, social media) per avere le risposte che cercava, rischiando di accedere ad informazioni poco fondate o ambigue. Ricordiamoci inoltre che spesso l’imbarazzo in questione non dipende dal bambino, che qualora lo provasse non porrebbe la domanda, ma dal genitore stesso che censurando la richiesta rende la situazione “imbarazzante”. Sarebbe utile per cui preventivare questo tipo di domande e tenere sotto controllo la propria difficoltà, evitando frasi spiacevoli quali “sei troppo piccolo, ne riparliamo quando sarai grande”, “non puoi capire”, “non sono cose per te”, “sono cose da grandi”.
  • Assecondare le domande. Nonostante si riesca ad avere un atteggiamento aperto e disponibile al dialogo, si può sempre avere difficoltà nell’intavolare un vero e proprio discorso in merito. Non è prolifero creare una “lezione” a tavolino in quanto potrebbero nascere da essa nuove domande a cui sarebbe ancor più difficile rispondere. Potrebbe per cui essere utile partire proprio da ciò che il bambino chiede. È molto probabile che  quando la domanda arrivi quest’ultimo già si sia fatto delle idee in merito, si potrebbe per cui partire dalla sua versione correggendola ed adeguandola alla realtà, tenendo sempre in considerazione la fascia di età. Rispetto a quanto e cosa dire può essere utile assecondare esattamente le domande poste, lasciando ad altri momenti successivi eventuali dettagli più adatti ad altre fasce di età.
  • Dare il giusto peso. Anche qualora la domanda venga posta in momenti poco consoni è importante non lasciarla in sospeso, spiegando al bambino che potrà avere una risposta appena sarete a casa o in un momento più tranquillo. È fondamentale però non utilizzare tale escamotage per sviare la risposta e procrastinare il fatidico momento. Abbiamo già detto che l’imbarazzo appartiene più al genitore che al bambino, proprio perché la domanda viene posta senza la malizia che noi adulti potremmo applicarvi, basterà quindi rispondere in maniera altrettanto semplice e sincera.
  • Non mentire. Il racconto della cicogna sui camini, della pianta di cavolo o delle api e del polline potrebbero non far altro che confondere le idee dei vostri figli ancora di più. Crescendo saranno a contatto con diverse esperienze e realtà che potrebbero portarli a sentirsi inconsapevoli o addirittura derisi dai propri compagni, potrebbero quindi decidere di non far più affidamento sulle vostre esternazioni. Potete aiutarvi con delle favole o degli arricchimenti fantastici o giocosi che vi aiutino ad adeguare il linguaggio all’età del bambino e ad eliminare l’imbarazzo, ma tenendo sempre salda la base reale della nascita, dovuta al seme dell’uomo sviluppato dall’ovulo della donna. Il modo in cui vorrete articolare la storia sarà solo vostro, potrete far riferimento al mondo animale o a quello fantastico, tenendo però sempre conto della realtà e evitando di romanzare aggiungendo dettagli o particolari che non gli interessano.
  • Evitare di demonizzare sessualità o nudità. I bambini già da molto piccoli esplorano il proprio corpo per conoscerlo e si accorgono delle differenze fisiche tra maschio e femmina. Ad eventuali domande in merito basterà rispondere con molta semplicità senza creare “gare” tra l’uno e l’altro sesso. Sarà importante sottolineare che esiste una differenza fisica e che ognuno ha le proprie particolarità, ed è questo che ci rende unici e complementari allo stesso tempo. Nel caso in cui ci si trovi, ad esempio, di fronte a scene di nudo cambiare canale televisivo, scandalizzarsi e zittire qualsiasi domanda in merito non farà altro che rendere proibito quel dato argomento, stimolandone ancora di più la curiosità. Rendete piuttosto tale situazione un’occasione per spiegare adeguatamente ciò che hanno visto e veicolare in maniera costruttiva le immagini visualizzate, dandogli modo di conoscere la sessualità in maniera corretta. Proibire, nascondere, scandalizzarsi non eviterà ai vostri figli di entrare in contatto con la sessualità, meglio quindi indirizzarli ad approcciarsi ad essa in modo sereno ,ma soprattutto consapevole!
  • Sviluppare la propria intimità. Riprendendo un po’ ciò che abbiamo detto nel punto precedente, i bambini esplorano il proprio corpo al fine di conoscerlo. Scoprire i propri genitali è un passaggio dell’infanzia che riguarda tutti i bambini ed entrambi i sessi. Qualora si sorprendano i propri figli in tale scoperta, da soli o con altri bambini, è utile spiegare che tale processo è qualcosa che riguarda la propria intimità e come tale deve essere trattata. Insegnare il rispetto al corpo e all’intimità propria ed altrui è fondamentale, così come fargli capire che pur non essendoci nulla di male è importante che resti qualcosa di intimo e privato. Demonizzare questo tipo di situazioni porta il bambino a sperimentare senso di colpa ed imbarazzo, mentre è fondamentale che lo si affronti per quel che è ovvero, una tappa naturale e significativa nel corso della crescita ma intima e personale.

Questi 6 piccoli accorgimenti sono solo suggerimenti, ma non è detto siano risolutivi per tutti i casi e le situazioni. La cosa più importante è mantenere un clima sereno, aperto al dialogo e non ostacolante, che consenta ai bambini di esprimere le proprie curiosità ed agli adulti di rispondere con semplicità ed in maniera sincera. Qualora questo processo risulti difficile può essere utile confrontarsi con uno psicologo per avere un sostegno e creare un clima familiare complice e sereno.

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