Capita non di rado di sentir dire ai laureandi in Psicologia: “allora sei il medico dei pazzi! Uno strizzacervelli?” facendo trapelare ogni forma di tabù che ancora avvolge questa affascinante professione. Qual è la differenza tra una psicoterapia ed il trascorrere del tempo confidandosi con il migliore amico davanti ad una fumante tazza di caffè?
Ricerche recenti hanno dimostrato gli effetti benefici della tecnica terapeutica nell’alleviare le sintomatologie da stati d’ansia e depressive o forme di disagio relazionale fino ai più delicati disturbi di personalità. Che cosa rende la psicoterapia tanto efficace da ottenere risultati durevoli nel tempo, contribuendo anche alla diminuzione del rischio di ricadute e controindicazioni? Intanto i suoi numerosi approcci (psicoanalisi, cognitivo-comportamentale, sistemico-relazionale per citarne i più famosi) sono mirati al trattamento di molteplici disturbi e disagi; può essere diretta a qualsiasi soggetto (bambino, adulto, anziano e gruppo) ed inoltre è possibile creare un’alleanza terapeutica finalizzata al processo di ricostruzione e risignificazione della vita del paziente. Tale scopo ultimo è fondamentale per stabilire una relazione efficace terapeuta-paziente; una conditio sine qua non in cui entrambe le parti della diade collaborano per la buona riuscita del lavoro. E’ necessario che un buon terapeuta possegga una serie di abilità imprescindibili quali empatia, accoglienza ed attenzione dell’altro, modulazione emotiva, fluenza verbale oltre a fiducia e convinzione nell’affidarsi dell’altro. La persona che partecipa alla psicoterapia è parte attiva della relazione e può sperimentare e assimilare atteggiamenti più funzionali “esplorati con il terapeuta”, in modo che le memorie passate non intralcino di nuovo la sua vita quotidiana. Ciò diventa possibile quando il terapeuta fornisce una spiegazione plausibile ed adattiva al disagio “di chi ha di fronte” che ad egli si rivolge per comprendere e risolvere i sintomi che gli procurano sofferenza.
Punto focale della relazione terapeutica è l’accettazione del soggetto che chiede aiuto, la condivisione di un progetto comune, che ha come scopo il tentativo di superare il momento di stallo in cui si trova il soggetto, proponendogli, di volta in volta, spunti di riflessione nuovi e diversi che vanno di pari passo con il cambiamento del medesimo. Infatti un buon psicoterapeuta non adotta mai schemi fissi durante il trattamento (anche se esistono protocolli rigidi) perché in questo modo si rischia di rendere inefficace la terapia e di ottenere la completa sfiducia della persona che si sente incompresa. Inoltre incentivare il colloquio con un diverso approccio terapeutico o servirsi di strumenti aggiunti o, se necessario, rimandare la persona ad un altro collega, sono tutte azioni che un buon psicoterapeuta deve considerare durante le fasi di stasi della terapia in cui il paziente può mostrare resistenze (con indizi verbali e non) che devono essere affrontate durante il colloquio per abbattere i momenti difficili e dolorosi ad esse legati. Oltremodo fa parte della flessibilità del terapeuta non evitare le “zone d’ombra” della persona che gli procurano sofferenza ma cercare di gestirle insieme grazie all’alleanza terapeutica con un adeguato carico emotivo da parte del professionista che non interagisca, intralciando, i sentimenti del soggetto in osservazione.
Il terapeuta consapevole non immette mai il proprio materiale emotivo nel processo psicologico tra sé e la persona ma piuttosto, tiene in considerazione il background sociale e culturale della stessa per meglio valutare l’idoneo trattamento da proporre per il disturbo emerso durante la relazione terapeutica. Inoltre un’importante attitudine del professionista è quella di migliorarsi continuamente aggiornando la propria conoscenza e formazione in linea con il proprio orientamento teorico che consenta il giusto riconoscimento e contenimento dei cambiamenti, come dei miglioramenti, che possono sorgere durante la consulenza con il soggetto. Queste linee guida possono essere un faro per chi ha l’esigenza o anche solo la voglia di chiacchierare con uno “specialista del settore” senza sentirsi giudicato ma solo ascoltato con attenzione: perché non provare!?
Suggeriamo di consultare il link: http://www.psicamp.it/index.asp?page=studi-aperti-ottobre