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A cosa servono i papà?

Quali sono gli incarichi e le responsabilità dei papà all’interno di un nucleo familiare? Proviamo a scoprirlo insieme…

La figura paterna investe una duplice posizione, da un lato si pone come entità esterna che compone il nucleo familiare, dall’altro come entità interna, per meglio dire introiettata, parte della psiche dell’individuo. Generalmente ci si riferisce al padre come genitore di sesso maschile, che si accompagna alla madre di sesso femminile, tale distinzione di genere non è affatto esaustiva, perché esclude le famiglie monogenitoriali e con genitori omosessuali. Per questo motivo, di seguito, faremo riferimento al ruolo paterno nel suo senso più ampio.

Il bambino si pone come anello di una catena intergenerazionale, che origina e si compie all’interno di un grembo materno, viene alla luce con il parto e sopravvive con l’allattamento. Il legame con la madre è dunque biologicamente fondato, indispensabile per la sopravvivenza fisica e psichica dell’individuo. La relazione paterna è dunque chiaramente più delicata, necessita di una attenta e speciale cura, dovrà essere eretta dal nulla, non essendo data come quella materna, e poi mantenuta nel tempo.

La società potrebbe ricoprire un ruolo fondamentale nell’edificazione di un legame stabile e funzionale tra padre e prole, creando percorsi preferenziali in grado di conferire alla figura paterna lo stesso ruolo di cura riconosciuto alla figura materna, sia al fine di alleggerire le spalle delle madri dalle mansioni di accudimento, sia per consentire ai padri di riappropriarsi della genitorialità della quale sono investiti.

La psicologia, ma anche la giurisprudenza, per anni hanno considerato il ruolo paterno come terzo, esterno ed estraneo alla diade privilegiata madre-figlio. In realtà il suo compito è molto importante e si configura già nella fase prenatale quando la sua funzione principale è quella di porsi come contenitore delle angosce materne. Il suo incarico sarà quello di riequilibrare le dinamiche sentimentali familiari mantenendo vivi sia gli investimenti affettivi nei confronti dei figli e delle figlie che quelli coniugali, che sfamano e preservano il rapporto di coppia.

Il ruolo paterno ha delle funzioni essenziali sia a livello psichico che a livello intersoggettivo e sociale, la psicoanalisi riconosce una serie di tipologie paterne parziali, tutte possibilmente vigenti all’interno di uno stesso individuo:

  • Padre biologico, colui che mette al mondo
  • Padre sociale, colui che riconosce legalmente i figli e le figlie
  • Padre severo, colui che sentenzia ciò che si può e si deve fare, il senso morale, normativo e punitivo esito dell’interiorizzazione del Super-Io (un’istanza psichica che regola il comportamento dell’individuo e ne gestisce la morale)
  • Padre ideale, colui che decide cosa si dovrebbe essere e ciò che è lecito diventare
  • Padre castratore, colui che pone fine all’esclusività del rapporto diadico con la madre e prepara all’ingresso dell’altro
  • Padre affettuoso, colui che ama il proprio figlio o la propria figlia ed è in grado di accudirlo e relazionarsi teneramente
  • Padre amante, colui che riesce a mantenere viva la relazione coniugale sessualmente ed affettivamente, riequilibrando gli investimenti emotivi nel nucleo familiare
  • Padre seduttore, colui che carica l’autostima e l’ambizione e supporta la progettualità e la spinta all’autorealizzazione della prole
  • Padre spirituale, consente la transizione dal fantasma al simbolo, da un pensiero prettamente emotivo ad un ragionamento intellettuale razionale e critico

Il riconoscimento psichico della figura paterna da parte dei figli e delle figlie permette di conquistare il concetto di estraneità, ossia di delineare i confini del proprio corpo e della propria psiche, di percepirsi come soggetto diverso rispetto alla madre considerata, in epoca neonatale, come parte di sé. La figura paterna ha dunque un ruolo fondamentale nello sviluppo psichico e sociale dell’infante, traghetta il bambino da un mondo soggettivo (dove tutto ciò che percepisce è considerato come prolungamento del proprio corpo) ad un mondo oggettivo, dove i bambini e le bambine potranno costruire le proprie identità, le proprie individualità e sperimentare le future relazioni con i diversi attori sociali.

La figura paterna consente ed accompagna questa separazione dalla madre e questa dolorosa crescita, ponendosi come forza vitale, che permette il compiersi dell’evoluzione e della trasformazione della nuova vita in individuo autonomo.

Il padre è sicuramente una figura importante all’interno del nucleo familiare, quando positivo e funzionale. Relativamente alla nostra specificità professionale, consideriamo la bigenitorilità perseguibile ed auspicabile quando sana ed adeguata, non come condizione applicabile a tutti i costi. Con il supporto della letteratura scientifica in materia, possiamo affermare che una bigenitorialità disfunzionale ed invalidante mina lo sviluppo dell’infante; al contrario una monogenitorialità adatta e valida consente una crescita psicofisica appropriata.

La figura paterna, quando positiva, è fonte di inestimabile ricchezza per la crescita dell’individuo! Cari papà celebrate il vostro ruolo ed esercitate con fierezza e coscienza la vostra genitorialità! Tanti auguri!

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