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Claustrofilia: 10 consigli utili per gestirla

In psichiatria, è la psiconevrosi caratterizzata dalla tendenza morbosa a vivere in luoghi chiusi e appartati. Meglio conosciuta come sindrome della capanna o del prigioniero, non è definita come un vero e proprio disturbo mentale ma, piuttosto, come una reazione e un adattamento comportamentale che si verifica quando si è costretti a rimanere chiusi in un ambiente considerato sicuro per un tempo indefinito. Effettivamente la fine del lockdown se per alcuni è stato motivo di assembramenti in piazze e parchi ed occasioni di ritrovo tanto atteso tra congiunti, per altri, invece, ha significato difficoltà maggiore ad uscire dalle proprie 4 mura, poiché la paura indotta dalla pandemia ha permesso di rendere la casa un ambiente sicuro e protetto, anche se non per tutti. Tale situazione è stata avvalorata ulteriormente dalle nefaste notizie provenienti dal mondo esterno tramite i media e opinioni, non sempre coerenti e contraddittorie, degli esperti sul covid-19. L’isolamento in casa, la propria comfort zone, riduce gli stimoli e piano piano innesca una pigrizia mentale oltre che fisica, dettata sia dalla difficoltà nel fare esercizio motorio sia dalla tendenza inevitabile a mangiare di più, appesantendoci fisicamente. Maggiore è il tempo passato in casa  più sarà difficile riprendere a uscire, fino a farla diventare una pericolosa abitudine che verrà giustificata dall’ inutilità del farlo. La sindrome della capanna è la conseguenza dell’ansia per il cambiamento (leggi anche https://www.psiconovel.it/ansia-5-consigli-per-gestirla/) , la volontà di mantenere il controllo in una situazione di fatto non totalmente controllabile. Il prezzo da pagare per il senso di sicurezza nella propria casa? La progressiva rinuncia alle relazioni interpersonali, le esplorazioni del mondo esterno, la curiosità del futuro, con una graduale perdita dell’energia fisica e mentale. Nella stragrande maggioranza delle persone però il desiderio di evasione dalla routine e la potente spinta interiore che induce a ri-vedere gli altri, porta nell’arco di 2-3 settimane a scardinare questa sindrome e a riconciliarsi con un mondo esterno, ancora visto come potenzialmente pericoloso, ma parzialmente gestibile. Tuttavia è bene non sottovalutare questi segnali di disagio (potrebbe interessarti anche https://www.psiconovel.it/cambiare-a-piccoli-passi/).

Come possiamo gestire questa sindrome?

  1. Fuori!

Abituiamoci poco alla volta ad uscire dalle nostre dimore per passeggiate e periodi sempre più lunghi.

  • Soli o in compagnia?

Passeggiate per i primi tempi con persone fidate, amici e parenti e mano a mano vi verrà spontaneo uscire anche da soli.

  • A piccoli passi!

Ponderate le vostre uscite e recatevi nei posti a voi familiari: il supermercato rionale, il bar che avete sempre frequentato o la villa comunale per due passi nel verde!

  • News: si o no?

Ascoltate notiziari o leggete link utili, ufficiali e fidati! Non andate sempre alla ricerca dell’ultima notizia che può crearvi angoscia e barricarvi sempre più in casa.

  • Via allo sport!

Allenatevi e riprendete la vostra forma fisica assopita durante il lockdown: se non volete ritornare subito in palestra sono sufficienti, oltre che salutari, anche passeggiate a piedi o in bici.

  • Qui ed ora!

Vivete giorno dopo giorno senza progettare il futuro che resta un’incognita per tutti e provoca solo dubbie e precarie certezze.

  • Un regalo

Coccolatevi con un omaggio che gratifichi i vostri sforzi di uscire: una piega dal parrucchiere, un massaggio in una SPA, un libro consigliato, una fetta della vostra torta preferita!

  • A suon di Musica!

Passeggiate, correte, pedalate ascoltando la vostra musica del cuore che terrà lontani i pensieri ansiogeni e vi aiuterà a staccare la spina dal caos esterno.

  • Sane e care vecchie abitudini

Riprendete il tran tran quotidiano che sia il lavoro in loco o smartworking, la spesa abituale, la visita ai cari, lo sport, il parrucchiere e l’estetista rispettando le misure di distanziamento in modo da percepire una parvenza di normalità!

  1. Pensare di meno e agire di più!

Non rimuginate sempre sugli stessi pensieri ansiogeni e catastrofici ma tenetevi il più impegnati possibile!

Se anche voi vi sentite colpiti, anche solo in parte, da questa condizione, seguite questi 10 pratici consigli per ricominciare a vivere questa nuova forma di normalità e fateci sapere il consiglio che vi ha maggiormente aiutato!

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