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Body shaming: il peso delle parole

Il body shaming, letteralmente corpo della vergogna, è un fenomeno tristemente diffuso che consiste nel denigrare, umiliare e svalutare una persona, prevalentemente una donna, con insulti apertamente aggressivi o velati da “etico buongusto” diretti al corpo o a parti del corpo della vittima designata.

Il body shaming ed i social network

Il body shaming è spesso messo in atto sui social network, i luoghi virtuali sembrano essere spazi prediletti, per via di alcuni requisiti che li caratterizzano e che rendono più pericolosi e pervasivi tutti i cyber-fenomeni violenti tra cui il cyberbullismo , lo slut-shaming e la shitstorm. Il body shaming si compie spesso nell’ambiente virtuale ed è per questo anche più devastante, vediamo perché:

  • La viralità, l’offesa, la denigrazione del corpo altrui sui social non è messa in atto dal singolo ma potrà essere condivisa ed agita da una comunità potenzialmente infinita. Molti studi hanno dimostrato che maggiore è il numero di persone che assisterà ad un evento violento, maggiore sarà la possibilità che i nuovi membri si adeguino alla reazione della massa o assegnino l’onere dell’intervento ad altri, deresponsabilizzandosi. Questi due fenomeni che rispettivamente prendono il nome di ignoranza pluralistica e inerzia di gruppo, rinforzano il comportamento violento aumentando l’isolamento della vittima
  • L’anonimato, la possibilità di agire sotto mentite spoglie in maniera congiunta ad un gruppo molto ampio consente di aumentare l’intensità e la frequenza degli insulti rendendoli potenzialmente letali. Questo fenomeno prende il nome di deindividuazione e spiega come in un gruppo numeroso ci si senta irriconoscibili. L’anonimato consente l’abbandono della morale personale aumentando il compimento di azioni aggressive e devianti che, in solitudine, non avremmo mai compiuto.  Ciò avviene perché ci si sente camuffati, introvabili ed invincibili, quindi al sicuro da eventuali punizioni
  • L’assenza di temporalità, il body shaming, quando avviene sui social network, non è circoscritto nel tempo, non possiede margini e confini temporali ben definiti con un inizio ed una fine, è potenzialmente infinito. Il contenuto offensivo potrebbe vagare nell’etere senza sosta, ciò comporta l’esposizione continua ed interminabile ad un evento traumatico, con effetti devastanti sulla sua salute psichica

Il body shaming e l’oggettificazione del corpo delle donne

L’insana convinzione patriarcale che le donne, per osservare la propria femminilità, debbano rispecchiare i canoni di bellezza vigenti nell’epoca corrente, è un pregiudizio millenario. Per rispondere a questa prescrizione sono stati creati escamotage volti a correggere il corpo delle donne, dalle panciere per assottigliarlo, a push up per seno e glutei per renderlo più prosperoso, a tacchi a spillo per renderlo più slanciato ecc. Il corpo delle donne è sempre migliorabile, ma soprattutto è sempre e legittimamente una cosa pubblica, su cui ci si arroga il diritto dell’impune giudizio. Il body shaming è uno dei fenomeni che effettivamente dimostra quanto il valore di una donna dipenda da quanto il suo corpo sia desiderabile, ma gli insulti non si scagliano solo su corpi considerati imperfetti, bensì anche sui corpi troppo curati e vicini al canone di bellezza vigente. Il corpo delle donne è sottoposto a denigrazione sia quando è considerato “troppo brutto” per essere mostrato che quando è considerato “troppo perfetto” per essere esibito. Dunque il valore di una donna ancora dipende dalla sua desiderabilità sessuale. Per liberarsi dal body shaming c’è bisogno di un’educazione intrusiva e poderosa che conduca all’emancipazione del femminile dal giudizio, dunque, è necessario indurre le nuove generazioni ad appropriarsi dell’importanza dell’accettazione e della libertà di esibizione!

Il body shaming e le conseguenze sulla vittima

Il body shaming, dunque, è un fenomeno molto serio che può avere delle conseguenze devastanti. Esso si fonda su una dinamica di potere che si compie negli haters che proliferano insulti e messaggi denigratori sul corpo della vittima che passivamente li subisce. Chi è costretto a subire il body shaming potrebbe sviluppare disagi psicologici di varia natura ed entità, soprattutto se è già predisposto ad una fragilità psichica e se il fenomeno si protrae per lungo tempo, nello specifico potrebbero verificarsi:

  • Calo di autostima, le continue calunnie portano la persona a credere a quella voce che come un tarlo risuona nella testa, questo pensiero intrusivo arriva a minare l’attribuzione del proprio valore, dunque ci si convince di valere poco, di non essere abbastanza. Ciò accade perché la rete sociale fa da specchio agli individui, ciò che gli altri dicono o pensano di noi contribuisce a costruire l’immagine che noi stessi abbiamo del nostro sé
  • Isolamento sociale, il calo di autostima porta le vittime ad isolarsi per via del senso di vergogna che si insinua rispetto alla percezione del proprio corpo, la vittima di body shaming si convincerà che ogni incontro con l’altro coincide con l’esibizione di un corpo sbagliato che sarà sicuramente giudicato
  • Sintomi depressivi, nelle situazioni più gravi potrebbero manifestarsi sintomi quali tristezza costante, perdita di interesse per attività che prima davano gratificazione, senso di colpa, insonnia, rifugio nel cibo o astensione dal nutrimento
  • Sintomi d’ansia sociale, temere di essere giudicato o criticato ad ogni situazione sociale, evitare incontri relazionali, sperimentare agitazione o paura quando si è in procinto di incontrare persone nuove
  • Insicurezza, senso di inadeguatezza, dubbio costante di non piacere agli altri

Come sappiamo abbiamo potere solo sulle nostre azioni e sulle nostre cognizioni, per cui se siamo vittime di body shaming un percorso di benessere psicologico con una professionista potrebbe indurre ad incrementare il pensiero autonomo, l’autostima e dunque a depotenziare le parole altrui, ricongiungendoci con l’amore verso noi stessi e noi stesse!

Vi lasciamo il video della toccante campagna di Billie Eilish contro il Body shaming “Not my responsability

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