Ciclo di vita, Il manuale del genitore

ADHD: comprenderlo, riconoscerlo e gestirlo!

Cos’è l’ADHD?

Con l’acronimo ADHD si intende Attention Deficit Hyperactivity Disorder, ossia disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività, tale condizione clinica presenta dunque una difficoltà conclamata nel mantenimento dell’attenzione sostenuta ed una persistente irrequietezza che rende difficile il rispetto delle situazioni di stasi, stare fermi per diverso tempo in una stessa posizione in uno stato di calma. Si tratta di un disturbo del neurosviluppo che tende a manifestarsi nell’epoca evolutiva, cioè da bambini, talvolta già prima dell’inizio della scuola primaria. L’ADHD nello specifico si manifesta spesso in comorbilità, ossia associato ai DSA, disturbi specifici dell’apprendimento; con una frequenza tra il 15% ed il 44% per la lettura e il 60% per la matematica (Ianes et al., 2009). I bambini e le bambine con ADHD manifestano tre caratteristiche specifiche, riscontrabili in tutti i contesti di vita, quello familiare, scolastico e nelle relazioni tra pari, tale pervasività mina il funzionamento generale:

  1. Disattenzione (elevata distraibilità, difficoltà di concentrazione sostenuta su una singola attività)
  2. Impulsività (tendono a rispondere prima che una domanda gli sia posta, parlano di continuo, non riescono a differire la ricompensa o controllare gli impulsi, possono avere atteggiamenti provocatori)
  3. Iperattività (hanno difficoltà nel rimanere seduti, quando lo sono lo sforzo è evidente perché muovono compulsivamente gli arti, appaiono perennemente irrequieti ed agitati)

Quali sono i sintomi? Quando allertarsi?

  • Il bambino ha difficoltà a mantenere la concentrazione durante le lezioni scolastiche, il momento dei compiti a casa o le attività di gioco
  • Pare che abbia estrema fretta di terminare le attività assegnategli, commettendo numerosi errori di distrazione o inaccuratezza nello svolgimento dei compiti o nel terminare un disegno
  • Sembra sempre con la “testa tra le nuvole”, sembra non ascoltare quando gli si parla direttamente,
  • Appare sbadato, perde o dimentica spesso oggetti importanti, ad esempio destinati all’utilizzo scolastico, risulta disordinato e disorganizzato, anche nella gestione del tempo, dello spazio e del materiale
  • Quando è seduto mostra segni di insofferenza, muovendo compulsivamente mani o piedi
  • Ha difficoltà ad attendere il proprio turno e rispettare le regole
  • Non rispetta lo spazio di parola degli altri
  • E’ a disagio nelle situazioni che richiedono stasi per lungo tempo, per questo si alza spesso dal proprio posto (scuola, ristoranti, ecc.)

I bambini con ADHD non sono bambini dispettosi o volutamente ingestibili, bisogna approcciarsi a loro comprendendo il disagio che vivono nelle situazioni sopra descritte.

Cosa succede nella mente di un ADHD?

Probabilmente, come evidenziato da alcuni studi, le difficoltà manifestate dai bambine e dalle bambine affette da questo deficit riguardano una compromissione della Memoria di Lavoro. La Memoria di Lavoro è un magazzino attivo grazie al quale riusciamo per un breve tempo ad elaborare le informazioni giunte e trattenerle nella memoria, organizzandole in modo da riuscire a comprenderle e resistendo alle distrazioni che potrebbero farle sfumare.  In caso di ADHD i vari input provenienti dall’ambiente rimangono attivi contemporaneamente, invece di essere inibiti di volta in volta in modo da riuscire a focalizzarsi su ciò che è in quel momento necessario, ostacolando così la memorizzazione, la comprensione e l’apprendimento. Ad esempio:

  • Il bambino perde il filo del discorso quando copia dalla lavagna o quando espone un fatto (difficoltà nel gestire la sequenzialità)
  • Ha difficoltà a ricordare le informazioni o le istruzioni fornite, perché non riesce a mantenere l’attenzione su tutto il discorso, perdendo alcune parole delle frasi ascoltate
  • Evita di svolgere compiti o attività che richiedono un’importante sforzo di memoria (imparare tabelline, poesie, formule ecc.)
  • Ha difficoltà nella comprensione del testo scritto e nella risoluzione dei problemi

La contingency contracting

Una strategia utile per aiutare i bambini con ADHD nella gestione del tempo e del comportamento durante lo svolgimento dei compiti a casa è la contingency contracting. Essa consiste nel redigere un vero e proprio contratto tra l’adulto, ad esempio un tutor, ed il bambino. Tale accordo stabilisce i comportamenti da tenere durante l’ora dei compiti ed i benefici conseguenti dal mantenimento dei comportamenti attesi, innanzitutto bisognerà individuare premi ambiti e desiderati che possano funzionare come moneta di scambio, poi bisognerà stabilire regole adeguate alle capacità del bambino, per consentirgli di sperimentare successo e soddisfazione.

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